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Storie di Paese n°1

Storie di Paese n°1
Ciao ragazzi,vorrei raccontarvi un ciclo di storie avvenute nel mio paese tanto tempo fa,tra i 16 anni e mezzo e i 18 anni. Io non sarò sempre il protagonista,infatti sono più che altro storie di miei amici.

-p.s. i nomi sono inventati.

La storia che vi racconto oggi è avvenuta un po’ di tempo fa. Era estate e passavamo tutti sempre le nostre giornate tra la piazzetta e il parco del paese. Allora noi (anche adesso a volte) si era molto “svelti” e facevamo spesso pensieri e scommesse sulle ragazze del paese,coetanee,più piccole (di poco ovviamente) o più grande che fossero state. Le ragazze,nonostante qualche riluttanza o schiaffo iniziale,erano sempre ben disposte a farci godere,in ogni modo.
Però non tutte erano così.
C’erano due ragazze,Angela e Martina,erano inseparabili. Erano ragazze molto intelligenti,furbe,brave a scuola,ma sapevano comunque essere divertenti ed erano anche molto attraenti. Di estate giravano sempre con degli shorts molto sexy. Tutti,ragazzi e ragazze,quando arrivavano “l’Angela e la Martina”,le guardavano con certi occhi che sarebbero usciti dalle orbite pur di guardare meglio quelle forme.

Fu così che un caldo pomeriggio di Luglio io ed un mio amico si stava seduti su una panchina. Arrivarono le due ragazze.
Io dissi al mio amico,che chiamerò Francesco, : <>
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Le osservammo per un po’ mentre prendevano un gelato ,quando all’improvviso…
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Così arrivò la fatidica serata,ma il tutto non sembrava andar bene…
Francesco era molto schietto e spontaneo e voleva sempre far arrabbiare un po’ la gente con i suoi scherzi idioti. Infatti cercò di portarsi a letto Angela dicendole <>
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Io mi sbattei una mano sulla faccia e Francesco si beccò uno schiaffo.
La Martina,ragazza molto timida,non disse niente.
Poi,un lume di speranza si accese nelle nostre teste (più che altro nei nostri cazzi).
Disse Angela <>
Martina non sapeva che dire e Angela rispose al posto suo <>

Cavolo! Io non sapevo che Angela fosse così troia.
Comunque,non ce lo facemmo dire due volte,le montammo sui nostri motorini e filammo dritti al podere dello zio di Francesco.
Mentre si viaggiava,notai come Martina si stringesse a me particolarmente. Ad un certo punto,con una voce estremamente dolce e innocente mi disse <> E mi baciò la schiena.
Io non risposi,lasciandola volutamente in uno stato di angoscia. La cosa mi eccitava.

Arrivammo al casolare. Francesco accese qualche luce,accese anche la tv e ci mettemmo tutti sul divano.
Francesco fissò per tutto il tempo il culo di Angela che ad un certo punto gli disse <> Hai capito che schietta l’Angela.
Infatti entrarono nella camera del cugino e lì Francesco le fece vedere eccome il da farsi!
(I dettagli sulla loro scopata mi è stata fornita da Francesco il giorno dopo)
Si buttò letteralmente su di lei,attaccandola. Lei gli disse di star fermo e di aspettare. Ma lui le aveva già tolto i pantaloncini e sfilato le mutandine.
Lei si calmò,capendo che non poteva reagire,e lui prese a spingere con forza sulla sua piccola vaginetta stretta. Lei stringeva le mani sul letto e ansimava con faccia supplichevole.
<> Iniziò a dirgli e lui la accontentò. Si alzò e le ficcò dritto il cazzo in bocca. Lei si staccò subito riluttante,ma lui le tirò i capelli e la spinse verso il suo cazzo. Dove le aveva imparate tutte ste cose non lo so. Lei pompava piano,indecisa. Poi senza preavviso lui la girò e le sfondò il culo letteralmente. Gli urli di Angela si udivano fin nella nostra stanza.

Io e Martina non avevamo ancora iniziato, e appena Martina sentì Angela urlare provò ad andare in camera loro a vedere. Ma io la bloccai,la guardai negli occhi e lei guardò me,impaurita. Le calai tutti i vestiti. Io mi calai i pantaloni e le mutande. Poi la presi e le intimai a gesti di abbassarsi,poi sussurrai <> e lei,quasi piangendo per la vergogna,iniziò a succhiarlo,piano. Io ero eccitatissimo e dopo una decina di minuti la presi e la feci distendere a terra. <> mi disse,aveva capito tutto,ma io non mi fermai. Le allargai le gambe e con una forza inaudita violai la sua “selva oscura”. Lei emise un gemito di dolore misto a piacere.
Mi mise le braccia intorno al collo e io iniziai a spingere con forza a intervalli regolari di 1 o 2 secondi. Ogni volta che spingevo lei,che mi fissava con quei due stupendi occhi,emetteva un gemito secco <> Il che mi eccitava.
Però le avevo fatto un po’ del male,non come voleva lei,così dolcemente mi staccai e l’abbracciai. Lei,sorpresa,mi baciò e io presi ad accarezzarla e a spingere piano. <> Diceva lei. Poi la alzai e la misi contro muro,per penetrarla e osservare le sue belle gambine toniche.
Le leccai il culo,che lei stringeva perché era presa dal grande senso del pudore,non come quell’altra cavalla matta dell’Angela che urlava come un maiale sgozzato. Poi,la penetrai da dietro <> mi disse lei sorpresa e presa dal dolore misto al piacere. Presi a spingere veloce e in profondità,le volevo sfondare il culo.
Lei urlava da quello che era ormai piacere intenso. E sbavava letteralmente contro il muro.

A questo punto,in contemporanea,io e Francesco,ormai col cazzo pieno di sperma da buttar fuori,vieniamo addosso a loro.
Francesco mentre se la sbatteva le salta sul collo e le sborra in faccia.
Io mi stacco dal culo di Martina e lei,ormai stremata,cade a terra,con le braccia al petto per tenersi timidamente i piccoli seni. Intanto io mi inginocchio e le vengo in faccia.
Le ragazze si addormentano.
Io vado in camera di Francesco e trovo lui sorridente.
Ci diamo la buonanotte e ci addormentiamo.
La mattina dopo,le ragazze si svegliano con i visi completamente sborrati.

Io e Francesco,mentre ci raccontavamo queste cose,pensammo a lungo e capimmo che rispetto alla nostra età (allora quasi 17 anni) avevamo fatto troppo e forse le avevamo danneggiate psicologicamente.
Parlammo con le ragazze. Martina mi guardava timidamente,con un sorrisino che mi eccitava di brutto. Dissero (più che altro Angela) che non dovevamo più fare cose così dure e violente (esagerateee…)ma il tutto era piaciuto alle due e lo avrebbero rifatte volentieri.
Poco dopo la Martina venne da me e mi disse all’orecchio <> e mi baciò…

Io e Francesco capimmo che avevamo davanti a noi un’opportunità da non lasciarsi scappare…

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