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Un Album Fotografico Per Roberta

Un Album Fotografico Per Roberta
Erano passati diversi mesi dall’ultima volta che avevo sentito Roberta e ritrovandomi a pensare a Lei quel pomeriggio, come per magia, squilla il cellulare. Apparse il suo nome. Questa si che é telepatia! “Roberta, ciao! Pensavo giusto a te in questo momento”. “Spero non con il tuo pisello in mano chiuso in bagno!” Rispose Lei, la sentivo ridere. “No, non con il mio pisello in mano, ma potrebbe essere un’idea ora che sei al telefono” Gli dissi per nulla scandalizzato. Ormai era cosí tra noi, da quella volta che feci sesso con Lei e le sue tre amiche la nostra amicizia diventó più intima (a proposito, per quanto questa storia sia indipendente dall’altra che ho scritto, vi consiglio di leggere “Quattro Ragazze Per Una Grande Scopata” comunque). “Ascolta Chase, ho un favore da chiederti e solo tu puoi aiutarmi” disse poi Roberta. “No, non accetto. Non só cosa vuoi chiedermi, ma l’ultima volta che vi ho fatto un favore sono stato a cazzo dritto per un pomeriggio intero, con le palle piene che mi hanno fatto male poi fino a tarda sera e la cappella gonfia per tutto il giorno successivo. No rifiuto categorigamente qualunque cosa tu abbia in mente” gli risposi. “Andiamo Chase… a parte che quella volta hai fatto la piú grossa sborrata della tua vita grazie a Noi, non pensavi fosse possibile che tutto quello sperma potesse stare nelle tue palle e poi stavolta sarai tu a condurre il gioco!” disse Lei. Decisi di ascoltare la sua richiesta. In poche parole voleva che l’aiutassi a fare un servizio fotografico per Lei, un servizio fotografico con Lei come protagonista ma… ma nuda! Inizialmente ci pensai qualche secondo, chiesi anche perché e la risposta non poteva essere meno cristallina: “Perché Chase? Perché a tutti piace essere guardati, ammirati, ricevere complimenti. E credo che solo con l’anonimato, ovviamente poi cancelleremo digitalmente il mio volto, le persone saranno libere di esprimere il proprio giudizio. Tu non hai mai fatto con i tuoi amici, con i tuoi colleghi, apprezzamenti sessuali su una qualche ragazza attraente che ti é passata davanti? Qualcosa tipo, cosa gli farei a quel culetto? Io quelle tette le riempirei di sborra e cosí via? Bene, voglio vedere, leggere con i miei occhi quello che pensano del mio gran bel fisico, delle mia fica”. Modesta come sempre pensai e comunque non aveva tutti i torti, anche io in fondo avevo fatto lo stesso prima ancora di conoscerle. Mi facevo foto, ovviamente nudo, appena se ne presentava l’occasione. Qualche volta aiutato da qualche ragazza particolarmente “aperta” di vedute e non solo, altre volte da solo. Le feci al mare, mi allontanavo con la scusa di fare una passeggiata e alla prima spiaggia nascosta, via il costume, uccello all’aria e foto. In albergo per qualche trasferta lavorativa, come quella volta che me le feci in corridoio con il rischio di essere scoperto, l’eccitazione era anche quella. Comunque il ragionamento di Roberta non faceva una una piega, a tutti piace essere guardati e con l’anonimato i giudizi sarebbero stati sinceri. Io ne sapevo qualcosa. In fondo i Social Network servono a questo, sia quelli “normali”, sia quelli per adulti: a mostrarci! Insomma, leggere sotto le mie foto frasi come “che bel cazzo che hai, saprei io dove mettere quel grosso giocattolo o svuota le tue palle e riempi di sborra la mia fica” unito a richieste di alcuni utenti di avere altre foto in privato, magari non ancora pubblicate, era una bella sensazione! Ovviamente alla fine ho accettato, ma ad alcune condizioni. Dovevamo farlo in almeno due giornate libere, magari in un fine settimana in qualche agriturismo. Serviva tempo per cercare posti e situazioni particolari. Ci organizzammo, prendemmo entrambi le ferie e prenotammo una piccola casetta vicino al mare. Roba economica, in fondo era pur sempre la costa Laziale e non la Sicilia o la Sardegna. Tempo 3 settimane e tutto era organizzato. Passai a prenderla un Venerdi nel tardo pomeriggio, in modo tale che avessimo 2 giorni pieni per noi. Sono sotto casa sua, arriva Lei con una piccola valigia, il minimo sindacale per avere un cambio, gliela metto nel portabagagli. Non posso non notare i vestiti (pochi) che indossa: micro gonnellina (se la poteva permettere) e canottiera aderente (si poteva permettere pure quella). Poi saliamo in auto, prima io e successivamente Lei. Nel sedersi gli si ritira la gonna, giá di per sé corta. Noto che non porta le mutandine e la sua fica pelosa mi blocca qualche secondo, non riesco a non fissarla: che ci posso fare? La fica é fica, ed anche se l’hai vista miliardi di volte, non smetterá mai di avere il suo fascino, specialmente se piena di peli! Dobbiamo ancora partire e giá mi si gonfia il cazzo, iniziamo bene. Lei palesemente se ne accorge e sorridendo mi dice: “Chase, non solo ne hai viste tante di fiche pelose, ma questa in particolare l’hai giá avuta”. E nel dire quelle parole mi prende una mano e me la mette sopra tutto quel pelo, aggiungendo: “E poi lo sai che questa la puoi avere quando vuoi, anche ora”. Ed intanto continuava a tenere bloccata la mia mano sulla sua fica. Mi faccio strada tra i suoi peli ed arrivo a toccare la parte sua piú intima! Il Week End prometteva bene. Tolsi la mano quasi subito, il mio aperitivo lo avevo avuto e d’istinto la odorai, profumava di fresco. Si era sicuramente fatta la doccia in previsione di qualcosa, poi misi in moto l’auto e partimmo. Poco piú di un’ora ed eravamo giá a destinazione. Parcheggio, Reception, Documenti e le Chiavi (si lo spero… OK… questa era una battuta per pochi). Siamo nella nostra stanza. Ci rinfreschiamo un pó. Roberta mi chiede che facciamo, gli rispondo quello per cui eravamo venuti. Cosí inizio a dargli istruzioni, gli dico di togliersi il reggiseno e di rimanere solo con la canottiera. Le tette, ma soprattutto quei gran bei capezzoli che aveva, sarebbero risaltate di piú in foto. Fá il cambio e nel mentre si toglie tutto per poi rimettersi solo la sua canottiera, in quei secondi in cui rimane con le sue grandi bocce di fuori, l’inquilino del piano di sotto non puó che alzarsi per rispetto. In altre parole stavo giá a cazzo dritto seppur soffocato dai boxer. Roberta capisce la situazione e mi chiede perché non mi spoglio anche io, sarei stato piú libero ed anche lei si sarebbe eccitata nel vedere il mio pisello duro solo nel guardarla. Proposta accettata. Inizio a s**ttare le prime foto. La faccio mettere sul letto, a faccia in su, con le gambe leggermente divaricate e la gonna che copriva in parte la sua fica. Risultato: vedo non vedo. Sai quante seghe gli ammiratori si sarebbero fatte, io per primo volevo metterglielo in mano e dare alle mie palle una prima svuotata. Ma c’era tempo e poi per il mio pisello avevo in mente altre cose, mantenere l’erezione tra poco mi sarebbe servito. Foto, Foto ed ancora Foto. Gliele feci dai suoi piedi in su. Si vedevano le sue lunghe gambe, un pó di pelo ed in lontananza un promontorio, le sue grosse tette. Dopo qualche s**tto, le feci togliere tutto. Stesse foto, ma stavolta a gambe completamente divaricate. Gli chiesi di masturbarsi cercando di non venire, le foto con la fica bagnata le avrei fatte dopo. Lo scopo di eccitarla toccandosi, era di far venire fuori le grandi labbra per delle foto con primi piani della sua fica. Poi continuammo in bagno. Gli feci prendere il soffione della doccia, gli chiesi aprire l’acqua e di dirigere il getto in mezzo alla sua fica. Altre foto con lei a gambe aperte nella vasca. Intanto il sangue continuava a gonfiare le vene del mio pisello. Mi domandavo come facevano i fotografi a lavorare con certe ragazze nude, senza poi svuotarsi. O forse lo facevano dopo a casa, da soli nel bagno. Poi passammo alle foto all’aperto, sul balcone. Ma qui dovevamo fare attenzione, qualcuno poteva vederci. Cercammo di essere cauti. Buttai un occhio nel balcone adiacente, c’era un’altra stanza, ma era sfitta. Dissi a Roberta di scavalcare, senza invadere l’altro balcone, doveva semplicemente mettersi a cavallo della ringhiera e poggiarci la su fica. Il sole era alle mie spalle. Perfetto. Illuminava completamente la fica di Roberta, i raggi solari attraversavano i peli facendo vedere anche il suo spacco, si vedevano le grandi labbra aperte in due. Sembravano delle ventose. 7 o 8 s**tti per essere sicuro di avere un buon primo piano. Poi mi venne in mente un’altra idea. Senza muoversi da quella posizione, gli chiesi se poteva fare pipí. Risposta affermativa. Allora gli dissi di farlo, ma lentamente. Impostai la mia Reflex su “s**tti continui” e diedi il via allo show. Dopo qualche minuto Roberta inizió a pisciare, ma da quella posizione l’urina non avendo sfogo, inizio a schizzare da tutte le parti. Anche se la maggior parte la vedevo colare tra le sue gambe. Svuotata la sua vescica, gli chiesi di tornare dalla nostra parte di balcone e di inginocchiarsi a gambe aperte sul suo stesso piscio. La foto di quel lago, piú lei a gambe aperte e con la fica che ancora gocciolava, avrebbero fatto sborrare un bel pó di uomini. Dopo gli chiedo di tornare dall’altra parte e di poggiare le sue grosse tette sul divisorio del balcone. Ancora foto e zoom. Una volta in Rete, chiunque avesse uno schermo da almeno 20 pollici, avrebbe avuto la sensazione che gliele sbattesse in faccia. Poi gli dissi di toccarsele, di massaggiarle, come se si stesse masturbando e se ci riusciva di farle “sborrare”, di far uscire quel liquido bianco. Tempo 3 minuti e schizzó fuori quel latte. Andó da ogni parte, un pó finí per terra mescolandosi alla pipí, altro mi arrivó addosso per poi colpire anche il mirino della Reflex. Smisi di fare foto e Lei di toccarsi. Cercai di pulirla, nel frattempo pensavo che sarebbe stata una grandissima foto una volta riversata sul PC, quello schizzo fotografato in diretta. Intanto Roberta tornó dal nostro lato del balcone. Per poco non cadde poggiando il piede su quel lago, scivolando sulla sua stessa pipi ed il latte delle sue tette: ci mancava solo che sborrassi e poi lí per terra potevi trovare ogni tipo di liquidi che il corpo umano poteva espellere. Mi chiese scusa per non aver controllato gli schizzi, ma gli risposi come poteva farlo, sarebbe come chiedere ad un uomo che sborra “no, non venire qui, ma di lá”. Certo, come no, perché mentre io mi stó svuotando le palle penso a dove sputare il mio sperma! Comunque lei mi bació, quasi per farsi perdonare e mentre lo fece, afferró il mio cazzo che era divantato sempre piú duro. Lo strinse tra le sue mani con forza e nel farlo, come accade con una spugna imbevuta d’acqua, tiró fuori la sborra accumulata lungo l’asta del mio pisello. Un lungo schizzo di sborra venne fuori, non stavo venendo, era solo lo sperma incanalato nel corridoio che venne fuori di riflesso. Lo sperma finí sulla sua fica, dando al nero del suo pelo, un’innevata bianca. Colsi l’occasione. La feci sdraiare a terra per fare nuove foto a gambe aperte. Stava venendo fuori un gran album fotografico. Ormai cominciava a fare buio. Decisi di smettere, ma non prima di sfruttare la mia erezione ormai al limite, per fare le ultime foto in camera da letto. Anzi, decisi di fare un video, poi da lí avrei estratto i migliori fotogrammi. La misi su un mobile e feci partire la registrazione, ci mettemmo sul letto e demmo inizio allo spettacolo per i futuri spettatori. All’inizio facemmo sesso lentamente, per il puro piacere di chi ci avrebbe visto. Lei che mi leccava la cappella, io che la masturbavo con le mani in mezzo alla sua fica, poi di nuovo lei sopra che si metteva piano piano il mio pisello dentro di sé. Tutto ad uso e consumo del futuro segaiolo. Alla fine cercammo di concludere, lei sudata da morire ed io con le palle gonfie e doloranti che chiedevano pietá. Un’ultima cavalcata e tutto sarebbe finito. Tornó di nuovo sopra di me, vedevo il mio cazzo scomparire lentamente nella sua fica. Bastarono pochi suoi movimenti su e giú per portarmi al punto di non ritorno. Qualche secondo ancora e l’avrei innaffiata di sperma. Ma non dimenticavo lo scopo primario di quel Week End, il suo album. Cosí in quei pochissimi secondi di controllo che ancora avevo sul mio pisello, lo sfilai dalla sua fica e la misi spalle al letto. Poggiai il mio cazzo su quel suo morbido e soffice pelo, strusciandolo lentamente e lasciando che la Reflex riprendesse quell’abbondante sborrata. Uno, Due, Tre… undici schizzi di crema bianca sopra di lei. Poi pulendomi il cazzo su quei pochi spazi di pelo vergine di sperma, presi la Reflex s**ttando le ultime foto della mia sborra su di lei. Prima giornata terminata. Il giorno dopo e quello successivo, le facemmo tutte fuori. Ci furono gli s**tti al Centro Commerciale, lei sulla panchina di turno a gambe divaricate ed io di fronte a pronto ad immortalare la sua fica. Le foto rubate nei luoghi pubblici, andavano alla grande nei siti per adulti. Ci fu quella al Supermercato, dove simulando di prendere un prodotto dagli scaffali bassi, lei si piegava alzando la gonna e lasciando scoperto quel gran bel culo abbronzato. Oppure quella che ci facemmo insieme su un mezzo pubblico, ci mettemmo nella parte posteriore destra vicino ai vetri e gli feci prendere il mio pisello in mano mentre s**ttavo foto. In quell’occasione pensai anche di farmi fare una sega, ma era troppo rischioso e rinunciai: primo per le schizzate che potevano andare ovunque, secondo rischiavo di sporcarmi. Finimmo di concludere il servizio fotografico al mare, dove decisi di mettermi in libertá anche io. Gli feci foto in acqua e sulla spiaggia, con la fica asciutta e bagnata, con le tette pulite o piene di sabbia. Una in particolare mi piaceva piú di tutte: la feci mettere a gambe divaricate vicino al mare, aspettando che le onde sbattessero sulla sua fica. Inizia a s**ttare e vedere quell’acqua sbattere in mezzo alle sue gambe, mi fece stare a cazzo dritto per tutto il tempo. Poi venne un’idea a Roberta, pretendeva che anche io me ne facessi un paio. Prese la mia Reflex e mi disse di rimanere in acqua perché voleva farmi una foto di profilo con il mio pisello in erezione con lo sfondo del mare. Me ne fece qualcuna, ma dopo un pó si avvicinó per dirmi di mettermi in una posizione piuttosto che nell’altra. Voleva che mi sdraiassi a terra, vicino al mare, in modo tale che il mio cazzo dritto stesse leggermente fuori dall’acqua come il periscopio di un sottomarino. Riuscí a farmene diverse, ed alcune anche niente male, ma poi quelle onde che sbattevano sulla mia cappella e sulle mie palle, la visione di lei nuda che s**ttava foto, l’occhio che cadeva sulla sua fica bagnata che colava, non fecero altro che provocarmi una masturbazione lenta e continua. E come tutte le lunghe masturbazioni, non poteva che finire in un solo modo: una lunga ed interminabile sborrata! “No, Chase… non ora, ti volevo dentro” Disse Roberta. Era facile per lei, non era stata due giorni a vedere uno spettacolo erotico con il pisello che esplodeva. Cosí con l’ultima onda che colpí la mia cappella, non riuscii piú a trattenermi e sborrai diverse volte, sembravo un vulcano sotto il mare che eruttava. Si vedevano questi zampilli andare in aria e poi ricadere in acqua. Fino a quando, svuotate le palle completamente, il mio cazzo si ritiró sotto il mare dopo aver compiuto la sua missione. Tornammo in albergo, la giornate e le ferie ormai erano terminate. Preparammo i bagagli e prendemmo la direzione di casa. Un mese dopo le foto di Roberta erano in Rete su due siti per adulti maggiormente conosciuti. 
In meno di 48 ore raggiunse quasi ventimila visualizzazioni!

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