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Boy

Boy
Avevo quasi 18 anni quando accaddero questi eventi nel 1961. Ero uno spettatore accanito di westerns e spendevo la maggior parte dei miei soldi in biglietti del cinema.
Fortunatamente, il giorno che incontrai Giorgio, non avevo abbastanza soldi per il biglietto dell”ultimo film di John Wayne.
Ero fuori dell”Odeon, maledicevo il fatto di non avere i soldi e speravo solo di riuscire ad infilarmi in una porta di sicurezza, sembravo disperato.
Giorgio si fermò e mi guardò mentre io controllavo nelle mie tasche senza trovare nulla; lui aspettò che finissi e poi si avvicinò.
“Hai perso qualche cosa, ragazzo?” Disse con tono interessato: “Perderai l’inizio del film se non ti affretti.”
“Non ho abbastanza soldi, signore”, risposi. “Non ho neanche una lira.”
Giorgio, un uomo ben vestito di più di quarant’anni, sospirò e mise una mano nella tasca dei pantaloni.
“Non vorrai perdere il film per questo” Disse sorridendo: “Ho qualche spicciolo che mi sfonda le tasche.”
Risi mentre l”uomo mi metteva in mano le monete.
“Vieni” Continuò: “O perderemo l’inizio del film se non ci affrettiamo.”
Grazie alla generosità dell’uomo, mi sentii obbligato, dopo aver comprato i biglietti, a seguirlo in balconata.
“Tutti i posti hanno lo stesso prezzo per lo spettacolo diurno.” Disse la maschera prendendo i nostri biglietti e mostrandoci il fondo della balconata.
“Goditi il film” Mi disse prima di borbottare qualche cosa a Giorgio.
La balconata era quasi vuota così nessuno era a portata d’orecchi quando Giorgio si tolse la giacca e cominciò a parlare.
“Fa piuttosto caldo qui” Disse mettendosi la giacca in grembo: “Sarà meglio che anche tu ti togli la giacca.”
Seguii il suo consiglio e mi tolsi la giacca a vento.
“Perché non sei a scuola, ragazzo?” Chiese mentre mi aiutava a mettermi la giacca in grembo.
“Il tetto della scuola è stato colpito da un fulmine e si è incendiato. Quindi sono in vacanza fino a che non ci sistemeranno in un’altra scuola.”
“Una causa di forza maggiore” Disse Giorgio mentre continuava ad agitarsi con la mia giacca a vento: “Ma anche una fortuna.”
Quando le luci si spensero lui aveva ancora una mano sulla giacca a vento che stava sul mio inguine. Il dorso della sua mano andò sui miei pantaloncini sopra il mio cazzo. Tentai di ignorarlo ma la mano non si allontanava.
“Rilassati, ragazzo”, disse.
Mi appoggiai indietro mentre la mano dell’uomo ed il mio cazzo cospiravano. Wayne era sul grande schermo ma io ero più interessato a quello che Giorgio mi stava facendo nella semi oscurità del cinema.
“Ok, ragazzo” Disse: “Ora mi devi aiutare un po’. Metti una mano sotto la mia giacca e prendi il mio Gerardo. Lui vuole che tu gli dia una piccola stretta.”
“Gerardo?” Chiesi.
“Il mio cazzo” Bisbigliò: “Gerardo è il nome amichevole con cui chiamo il mio cazzo; il mio uccello; il mio pene.”
“Oh, bene.”
Senza pensarci una seconda volta feci scivolare una mano sotto la giacca e brancolai alla ricerca di Gerardo. Quasi saltai sul sedile quando le mie dita trovarono la sua erezione. Era massiccio; era duro; era orgoglioso.
“Stringilo, ragazzo” Disse.
Avvolsi la mano intorno alla dura bestia eretta e strinsi.
“Così, ragazzo. Fai amicizia con Gerardo.”
Seduto nella semi oscurità feci del mio meglio per mantenere una forte presa sul cazzo dell’uomo, le mie dita magre non avevano la forza necessaria, ma Giorgio e Gerardo non sembravano farci caso.
“Ora masturbalo un po’.” Disse stringendomi l’uccello attraverso la stoffa dei pantaloncini.
“Masturbare?”
La mano libera di Giorgio scomparve sotto la giacca e mi prese la mia, mi stava insegnando.
“L’addestramento pratico è l’unico modo per imparare” Disse: “Chiedi a chiunque.”
“Il mio cazzo è grosso abbastanza per essere masturbato?” chiesi.
“Vediamo. Togliti gli shorts e tira fuori Gerardo Junior.”
Giorgio lasciò andare la mia mano e mi guardò mentre sfibbiavo la cintura e sbottonavo gli shorts. Mi alzai sul sedile e feci scivolare shorts e mutande alle ginocchia, facendoli poi cadere al pavimento, intorno alle caviglie.
“Ora allarga le ginocchia e lascia che zio Giorgio giochi con Junior ed i gemelli.”
Io allargai impaziente le ginocchia mentre Junior si contorceva incontrollabilmente facendo rimbalzare le mie palle (i gemelli) nel loro sacco.
“Bello e rigido” Continuò lui mentre cominciava a masturbarmi tra medio e pollice: “Mi piace, è bello e rigido.”
La sensazione nella mia pancia era veramente magnifica: non potevo credere che due dita potessero darmi tanto piacere. Mi sentii obbligato a riprendere Gerardo, solo per essere gentile, ma le mie braccia e le mie gambe non si spostavano, tutto il mio corpo stava godendo il momento, il grande momento.
“È bello, vero?” Chiese.
“Sìiii, veramente bello!” risposi.
“Credimi, ragazzo. Io so come far crescere quel fuoco nella tua pancia e mantenerlo a lungo. E’ bello quando lo fai da solo, ma zio Giorgio conosce tutti i modi per trattare al meglio Junior ed i gemelli.”
Le mie dita afferrarono i braccioli della poltrona quando aumentò il numero di colpi. Le mie ginocchia erano bene allargate e la giacca a vento ora era sul pavimento, aggrovigliata con pantaloncini e mutande. Io ero sulle nuvole e non mi accorsi della maschera che si era appostato nel corridoio principale ed acquattatosi guardava l’azione.
“Il tuo cazzo è duro come una roccia, ragazzo” Disse Giorgio: “Vuoi che gli diamo un po’ di riposo?”
“Assolutamente no!” s**ttai: “Mi piace che rimanga duro, duro come un sasso.”
“Sì, è bello, veramente bello. Ma…”
“Ahh, dannazione” Biascicai alzandomi un po’ mentre venivo.
“Così, ragazzo” Mi incoraggiò lui: “Non trattenerti, vai.”
Crollai indietro sulla poltrona, gettai indietro la testa ed emisi un piccolo fischio. Mi sentivo alla grande e volevo farlo ancora. Fu allora che con la coda dell’occhio vidi la maschera.
Il panico sostituì l’euforia in un istante. Allungai una mano e la misi sul polso di Giorgio.
“Lascia andare, Giorgio” Bisbigliai. “La maschera ci ha visti farlo. È lì in fondo alla fila e ci ha visti.”
“Calmati, ragazzo. Marco è dalla nostra parte, gli piace guardare.”
La luce proveniente dallo schermo sparì quando Wayne allestì il campo per la notte. Marco era dieci posti alla mia sinistra ed accese la sua torcia; Giorgio che era seduto alla mia destra, mi disse di alzarmi e girare la schiena alla maschera. Lo feci ma ero molto nervoso.
“Così, ragazzo” Disse Giorgio: “Ora tirati su la camicia e dai a Marco qualche cosa di bello da guardare.”
La torcia della maschera colpì le mie natiche con la sua luce gialla. Avrei voluto guardare alla mie spalle per essere sicuro che lui fosse “dalla nostra parte”, ma Giorgio afferrò il mio uccello e mi distrasse, che bello!.
“Ora baciamo Junior e facciamolo diventare di nuovo rigido” Disse Giorgio stringendomi lo scroto e succhiando il mio cazzo nella sua bocca.
Tutto i mio corpo rabbrividì di eccitazione: la lingua dell’uomo aveva rapidamente percorso Junior e poi era ritornata. Mi inarcai per spingere ulteriormente il mio pene nella sua bocca. Avrei voluto spingermi in avanti ma, col groviglio di vestiti intorno alle caviglie, rischiavo di cadere.
La scarsa luce gialla della torcia continuò ad illuminare le mie chiappe nell’oscurità circostante. Marco spostò la torcia su e giù sul mio corpo molte volte per vedere meglio il mio culo alla scarsa luce.
Io stavo godendo ogni minuto del mio primo incontro sessuale e mi piaceva veramente l’idea di essere guardato. Infatti alzai la camicia il più possibile per dare alla maschera una bella vista del mio corpo, evidentemente Giorgio era riuscito a liberare il piccolo diavolo che c’era in me.
Strinsi la presa sulla camicia quando la lingua di Giorgio stuzzicò la cima del mio uccello. Il mio corpo rabbrividì incontrollabilmente provocandomi un altro orgasmo.
Ancora barcollando per l’eiaculazione, emisi una serie di oohs ed aah. Le mie ginocchia tremavano pericolosamente mentre Giorgio continuava a dare piacere alla mia verga con la punta della lingua. Avrei voluto sedermi e riposare, ma non volevo che l’uomo smettesse di leccare il mio cazzo duro. Poi lui decise di smettere di succhiarmi il cazzo quando i miei oohs e aah divennero troppo forti per i suoi gusti.
“Fai meno rumore, ragazzo” Mi sgridò: “Ho l”impressione che tu abbia bisogno di calmarti con qualche cosa di caldo e gustoso.”
Raccolse la sua giacca e la mia giacca a vento e le mise sul posto alla sua destra, poi allargò le gambe.
“Ora mettiti in ginocchio tra le mie e succhiami. Voglio che tu lecchi Gerardo.”
Io ero felice di provare a succhiare un cazzo. Marco se n’era andato per qualche minuto per verificare che tutto andasse bene, poi ritornò e si preparò ad illuminare il mio spettacolino con la sua torcia.
“Lecca la testa come fosse un gelato” Mi istruì Giorgio: “Voglio che tu lo faccia bene e lentamente.”
La torcia di Marco mi trovò a baciare la bella cappella di Gerardo, appoggiai la lingua sulla luccicante superficie liscia. Gerardo aveva un sapore salato ed un po’ muschiato, ma la lunghezza del pene ed il bordo della cappella sono le cose che ricordo di quel mio primo incontro.
Guardare western ed altri film ora era relegato in secondo piano nel mio elenco dei passatempi preferiti. Ora al primo posto c’era il giocare con un cazzo, specialmente un cazzo di belle dimensioni. Quel primo contatto col gambo di Giorgio aveva acceso un interruttore nella mia testa, un interruttore che mi aveva aperto la porta del sesso.
“Bene e lento” Ripeté Giorgio: “A zio Giorgio piace bene e lento.”
Il cazzo intonso si contorse quando la punta della mia lingua scivolò alla base della cappella, lui sospirò quando la mia lingua ritornò a far contorcere Gerardo.
“Bravo ragazzo, sei veramente bravo e te lo sta dicendo uno che conosce quello di cui sta parlando.”
Cinque minuti più tardi la mia testa stava rimbalzando su ed in giù sul suo uccello lentamente e ritmicamente. Marco stava sempre guardando eccitato il novizio al lavoro, ma ora era seduto nel primo posto della nostra fila.
“Ora puoi smettere, ragazzo.” Disse Giorgio. “Non ti voglio soffocare con la mia sborra.”
Smisi di succhiare Gerardo e guardai in su.
In quel momento un getto di sperma eruttò dal suo cazzo e mi colpì sotto il mento.
“Eccolo, ragazzo” Disse Giorgio ridendo.
Un altro fiotto di sperma seguì il primo, colpendomi sulla guancia destra mentre io restituivo Gerardo a Giorgio che in cambio lui mi dava un fazzoletto per pulirmi.
“Puoi ingoiare la sborra la prossima volta; ora che sai cosa aspettarti, ingoiare la sborra ti fa crescere i peli sul torace e ti fa diventare grosso il cazzo. È un fatto noto.”
“Dai, non può essere vero.”
“Ah, ma è così.” Scherzò lui: “Ma non andare a dirlo in giro. Quello che abbiamo fatto è considerato anormale ed immorale da persone come tua madre e e tuo padre, quindi devi tenerlo segreto. Dicono che non si deve fare anche se è divertente.”
“Sicuro che lo è” Dissi sorridendo.
“Allora prometti di tenerlo segreto, ho intenzione di presentarti ad alcuni miei amici. A tutti loro piace giocare col cazzo di un ragazzo.”
“Lo prometto. Lo prometto. Lo prometto!”
“Molto bene. Ora, come ti chiami?”
“Riccardo, ma i miei amici mi chiamano “Boy”.”
“Eccellente” Disse mentre mi tiravo su mutande e shorts.

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