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Una scommessa che non dovevo perdere… o forse no

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Una scommessa che non dovevo perdere… o forse no
Non so perché avevo accettato quella scommessa. Forse perché ero certo di vincerla. Dopo i primi tre giri di pista per me doveva vincere lui, ma secondo Laura non ce la poteva fare… e allora le chiesi cosa sarebbe stata disposta a scommettere.

“Guarda… se vince lui, per una settimana farò a letto tutto quello che vuoi tu.”

Era una proposta intrigante, e quando mi propose che se non avesse vinto sarei stato io a fare quello che diceva lei per una sera soltanto, mi sembrava oltremodo vantaggioso.

Però ho capito che prima di accettare queste scommesse è meglio chiedere dei dettagli in più…

Fatto sta che alla fine, dopo una decina di giri, cominciò a perdere terreno, e per rimontare uscì di pista, e così non vinse la gara. E lei vinse la scommessa.

Spenta la televisione le chiesi quando avrebbe voluto riscuotere la scommessa, ed ero curioso riguardo a cosa mi avrebbe chiesto. Ma non immaginavo tanto…

“Venerdì sera, quando ci vediamo, ti voglio vedere arrivare vestito come tanto ti piace: una minigonna a pieghe, camicetta, autoreggenti, scarpe col tacco e un bel completino… meglio se in raso e pizzo… solo che questa volta le indossi tu, e non io.”

Io la guardo incredulo, e capisco che mi stava prendendo in giro.
Lei mi guarda, e mi fa capire che non avevo capito niente: non stava scherzando.

“Con tutte le volte che mi hai chiesto di vestirmi così, sono certa che è un modo di vestire che ti piace. Quindi per questa volta tocca a te accontentare me…” mi disse con un sorriso disarmante.

Cercai di farle cambiare la proposta, ma mi disse chiaramente che se non volevo passare in astinenza un lungo periodo, dovevo giocare come voleva lei. Non solo, dovevo arrivare da casa mia vestito così, gli abiti e la biancheria intima dovevano essere della taglia giusta, dovevo depilarmi, ci saremmo visti venerdì sera, quindi dovevo trovare tutto nei prossimi cinque giorni, e una volta arrivato da lei avrebbe deciso cosa fare… se uscire, dove andare e cosa fare poi. Il tutto fino al mattino dopo, quando la scommessa sarebbe terminata.

Mentre parlava era decisa, senza incertezze, capivo che non stava scherzando e che non avevo scelta. Anzi, meglio stare zitto prima che aggiungesse altre richieste…. quella sera cercai di non pensare a quello che mi aspettava nei giorni seguenti.

Nei giorni successivi cercai dei negozi di abbigliamento dove trovare quello che aveva chiesto Laura. Punti vendita di grandi dimensioni erano preferiti, potevo cercare senza chiedere alle commesse. Presi le misure misurando i miei vestiti per capire a che taglia da donna potevano corrispondere. Dedicai mercoledì pomeriggio per cercare tutto. Cpsì trovai gonna e camicetta facilmente, per le calze non c’era problema, qualche problema per le scarpe e ora toccava alla biancheria intima.

Una volta per gioco avevo provato ad indossare un suo perizoma e lo trovai abbastanza scomodo: avevo tutto che usciva fuori dai lati. In quel modello il tessuto era poco elastico e non si adattava al mio pube, che era più… voluminoso. Una delle richieste di Laura era proprio relativa a quell’evento, e mi disse che non voleva vedere una cosa del genere: dovevo trovare qualcosa che mi coprisse bene.

Quindi doveva doveva essere elastico per accogliere i miei genitali, quindi la scelta era da fare con molta attenzione, meglio cercare in un negozio specializzato, ci sono molte catene di negozi di intimo che potevano fare il caso mio.

Arrivai nel negozio poco prima della chiusura, avevo girato altri negozi e e avevo con me il sacchetto con tutto quello che avevo comperato fino a quel momento. Cominciai a cercare tra i modelli esposti, e mi si avvicina una commessa, chiedendo se poteva aiutarmi. Era una ragazza con un corpo niente male, con un miniabito nero, corto e attillato e con un modo di fare che ispirava simpatia. Credo che le commesse per questi negozi le scelgano tutte carine.

Cercai di essere disinvolto, dopotutto avevo acquistato altre volte della biancheria intima, anche se non era per me. Quindi che differenza ci poteva essere… bastava pensare che non fosse per me, e l’imbarazzo sarebbe passato.

Le chiesi quindi cosa cercavo… un completino intimo, meglio se in raso e pizzo, nero, con perizoma o brasiliana. Lei mi chiese la taglia, e mi mostrò quali potevano andare bene, solo che i primi che mi mostrò erano decisamente poco elastici sul davanti. Le chiesi allora qualcosa di più morbido sul davanti delle mutandine… ed ebbi la sensazione che la sua espressione cambiò un poco.

Nel frattempo le sue colleghe stavano andando via, salutandola, e da quello che si dicevano capii che sarebbe stata lei a chiudere il negozio. Mentre guardavo cosa mi stava proponendo, mi ero accorto che eravamo rimasti da soli in negozio.

“Si sta facendo tardi, non vorrei crearti problemi” le dissi, “forse è meglio se torno domani”.
“Non preoccuparti, se non ti da fastidio uscire dal retro per me non è un problema” mi rispose.
“Ah… va bene allora, grazie…” le risposi, e lei azionò le saracinesche elettriche, abbassando le luci delle vetrine e tornò da me.

Mi disse che forse aveva qualcosa che andava bene, e da un cassetto tirò fuori altri modelli, che non erano esposti. Provai il tessuto, per capire se era elastico. Ad un certo punto mi prese la mano, e mi disse “fai il pugno…”.

Senza capire perché la assecondai, e lei prese il perizoma e lo stese per avvolgere il mio pugno.
Con un sorriso malizioso mi disse “Vedi che questo è elastico? Copre a avvolge bene, non trovi?”

Per un attimo mi manca quasi il respiro. Riuscii solo a dire “si… in effetti cercavo qualcosa del genere, abbastanza elastico per avvolgere…” e sentii l’imbarazzo salire.

Sembrava che avesse capito fin troppo cosa cercavo. Mi sorrise con una dolcezza inaspettata e mi disse “Credo di avere capito cosa stai cercando… è la prima volta che fai un acquisto di questo tipo?”

“Beh… in effetti si… quindi non so bene cosa scegliere…”
“Se vuoi, abbiamo dove provarlo…” indicandomi una porta sul fondo del negozio.

Restai senza parole. Sembrava proprio che avesse capito che li cercavo per me, ma forse no, non sapevo cosa rispondere. Fino a quel momento quello che mi aveva detto poteva essere interpretato in diverse maniere.

Lei si avvicina, mi prende per mano, e sorridendo mi dice “Dai… provali, non farti problemi…”. Oramai ogni dubbio sulla interpretazione era sparito. Mi diede i due perizoma e mi aprì la porta. Entrai cercando di essere disinvolto, ringraziandola e cominciai a spogliarmi. Tolti i pantaloni, indossai il primo per capire come mi stava. Sento lei che mi chiede come va. “Beh, sembra abbastanza bene… ”

“Ho trovato un altro modello… però è grigio…” e bussa alla porta. Apro un poco la porta, lei è fuori, mi porge l’altro modello e facendolo mi guarda, e vede che sto provandoli sopra i miei slip. Lei apre di più la porta e con una naturalezza incredibile commenta “non provarli in quel modo, non riesci a capire come ti stanno… dai, spogliati e provali sulla pelle…” e se ne va.

Mi spoglio del tutto, e lo riprovo. Una sensazione strana, il pizzo sulla pelle… il perizoma che mi entra tra le natiche, il tutto molto eccitante, al punto da farmelo risvegliare… sento che comincia a diventare duro.

La ragazza torna da me, la porta era rimasta socchiusa e la apre. Entra e mi guarda, con una disinvoltura sconcertante mi dice “allora, come vanno ora? Ahhh… vedi che ora puoi capire come ti stanno!”

La guardo, senza parlare. Mi sorride, come se mi conoscesse da sempre.
“E’ la prima volta? Stai tranquillo. Non sei il primo e non sarai l’ultimo. Piace a tanti, cosa credi?”

“Lo sto facendo per una scommessa… ” cerco di rispondere.
“Sarà anche per una scommessa, ma direi prorio non mi pare ti dispiaccia…” mi risponde con una malizia disarmante. Non capisco quello che provo, la mia eccitazione aumenta e diventa sempre più duro e l’idea che lei se ne accorga mi imbarazza. Ma più mi imbarazzo, più mi eccito.

“Per me questo ti sta bene. Puoi provare anche gli altri modelli. La tua scommessa cosa prevede? Vuoi provare anche il reggiseno?”
“Si… la scommessa prevede intimo e vestiti…”
“Allora prova anche il reggiseno, il torace maschile è più ampio, meglio provare subito una quinta.”

Torna dopo un attimo con i reggiseni abbinati, e con due protesi esterne in silicone. “Abbiamo anche queste. Se non lo riempi, il reggiseno non può starti bene” dice scherzando, e mi lascia nuovamente da solo.

Senza più pensare a niente mi tolgo la camicia, e indosso il reggiseno con le imbottiture. Lei ritorna e mi sistema le spalline. “Sai che ti stanno davvero bene? Li hai qualcosa per questa scommessa?” mi dice indicando il sacchetto che mi ero portato nel camerino.

“Si, ero passato a prendere tutto oggi.”
“Se vuoi provare tutto per vedere che effetto fa… così hai una prova completa”.

Prendo in mano il sacchetto “Non saprei… ho preso una gonna… una camicetta…” e mentre apro il sacchetto lei prende quello che c’era dentro e lo tira fuori. “Dai, prova tutto. Però togli i calzini” e mi porge i vestiti ridendo.

Allora prendo coraggio. Tolgo i calzini, indosso le autoreggenti, la gonna, la camicetta. Non capivo nemmeno io cosa stessi facendo e perché. So solo che ora sentivo anche che mi stavo bagnando per l’eccitazione.

Lei dopo un attimo torna, mi guarda, sorride, mi sistema la camicetta e la gonna, mi fa girare verso lo specchio. “Sai che stai proprio bene? Vedrai che la scommessa la vinci”. Mi si avvicina, mi fa girare verso di lei, e sistemandomi la camicetta la mano passa di poco sotto la cintura e la sento sul mio sesso, che per l’erezione era in orizzontale, trattenuto sotto al perizoma.

Il fatto di essermi eccitato mi imbarazzava, pensare che lei se ne potesse accorgere non faceva che peggiorare la situazione, ma malgrado tutto questo mi viene un brivido. Se ne accorge e sorride, facendo finta di niente mi sfiora di nuovo.
Volevo tirarmi indietro, ma mi viene un altro brivido e mi piace, e non mi muovo. Lei si avvicina ancora di più, questa volta appoggia la mano sul mio corpo con maggiore decisione e stringe il mio sesso attraverso il tessuto della gonna, mi spinge contro la parete e mette le sue labbra vicino alle mie… non resisto e la bacio.

In un attimo l’eccitazione sale alle stelle. Lei mi mette la sua gamba tra le mie, si appoggia con la sua pancia al mio sesso, mi prende il viso tra le mani, e cominciamo a baciarci, con passione. La mia lingua cercava la sua, la abbracciavo mentre lei mi infilava la mano sotto la camicetta. Mi accarezzava la pancia, il fianco, sentiva che saliva sul petto, mi accarezzava sul reggiseno, e poi la mano scese sulla schiena, e sul sedere.

Io ero paralizzato dallo stupore, sentivo le sue carezze, la sua mano che finiva sotto la gonna, la alzava, era tra le mie cosce, salendo fino alle palle, fino al mio uccello, duro come non mai.
Mi tocca, mi accorgo che sono bagnato in modo esagerato. Di colpo la consapevolezza di avere addosso della biancheria che stavo provando mi risvegliò dall’estasi.

Fu come se lei mi leggesse nel pensiero. “Non preoccuparti se le bagni” mi sussurrò “anzi… aspetta un attimo…”. Prese un altro perizoma che mi aveva dato da provare, mi alzò la gonna e mio uccello uscì dall’elastico del perizoma. Me lo avvolse con le mutandine di pizzo che aveva preso, e cominciò ad accarezzarmelo. La sensazione del pizzo che si strofinava contro la cappella era incredibile, oramai l’eccitazione era alle stelle.

Continuammo a baciarci, la sua mano sotto la mia gonna mi stava facendo impazzire dal piacere. Poi cominciò a scendere, mettendosi in ginocchio davanti a me. Con una mano tenne la gonna sulla mia pancia, con l’altra mi masturbava, davanti al suo viso.

Poi lo avvicina alla sua bocca, ancora avvolto nelle mutandine. Gli da un bacio, un altro, e comincia a dargli dei piccoli morsi attraverso il pizzo. Poi lo libera dal tessuto, e lo fa scivolare in bocca. Sento il caldo della sua lingua, un brivido incredibile, per un attimo ho pensato di essere sul punto di venire, ma non volevo farlo… non ora… non subito.

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