Uncategorized

Le mie storie (108)

Le mie storie (108)
Sono circa i primi giorni di novembre, Halloween è passato indenne senza particolari sconcerie o cose degne di essere raccontate, La mia vita è fatta praticamente quasi tutta di lavoro ed amiche, che fortunatamente riescono a farmi combattere la pigrizia. Un giorno allo studio, il grande capo mi chiama nella sua stanza e mi invita ad una cena a casa sua in occasione di un riconoscimento che gli è stato attribuito qualche tempo fa. Separato da poco tempo, ha organizzato questo incontro per una dozzina di persone, la cosa da una parte mi onora perché certifica la bontà del mio lavoro, dall’altra mi mette un po’ in agitazione perché, da quello che mi ha detto, ci saranno colleghi e persone più grandi di me. Dello studio, oltre alla sottoscritta e ai suoi soci storici, è stata invitata soltanto un’altra donna, che si occupa dell’amministrazione da sempre, una cinquantenne single con la quale non ho mai avuto tanta confidenza. Sarà per una sorta di solidarietà femminile, ma mi metto d’accordo con lei, che non abita lontano da casa mia, per andare insieme, con una sola macchina; il giorno della cena scelgo volutamente di vestirmi piuttosto “coperta”, prevedendo la presenza di sessantenni marpioni, piuttosto sensibili alle donne (anche molto più giovani di me). Indosso una gonna lunga con la cerniera laterale ed un pullover “pesante” che lascia le spalle scoperte ed è attillato quel tanto per mostrare la mercanzia senza essere volgare. Sotto, stivaletti, autoreggenti scuri molto pesanti (faceva piuttosto freddo) e un completino intimo normalissimo che non so neanche da dove è uscito fuori. La cosa particolare è che quando lo metto sono in bagno ho appena fatto la doccia e dopo aver allacciato il reggiseno a balconcino, leggermente stretto, mi infilo le mutande davanti a strisce nerazzurre e dietro scure; quando passo però davanti allo specchio della mia camera da letto, mi rendo conto che la parte posteriore invece di essere nera come sembra, è completamente trasparente! Sorrido da sola guardandomi il culo grosso come non mai e tiro su la gonna pronta per uscire. Adriana mi aspetta in macchina per il freddo, il tragitto scorre veloce, parliamo quanto non abbiamo mai fatto in tanti anni all’ufficio, e devo dire con somma sorpresa che dopotutto è anche simpatica. Quando entriamo in ascensore, per aggiustarsi, si apre il cappotto e tira fuori un fisico che non ho mai notato. Gonna al ginocchio con calze con il filo nero dietro, camicetta bianca sbottonata con sotto il reggiseno che le aumenta le tette che comunque non sono piccole. Le faccio i complimenti mentre si mette a posto un seno che sta giustappunto debordando; sorride mi ringrazia e mi confessa che, si è vestita così perché spera di trovare un amico del capo che le piace tanto. Sorpresa per l’intraprendenza che non avevo mai immaginato frequentandola al lavoro, entriamo ed il padrone di casa ci fa un’ottima accoglienza anche perché guardando intorno siamo le prime donne ad arrivare. Circondate da maschietti, veniamo rassicurate sull’arrivo di altre femminucce, ma la cosa che mi salta all’occhio immediatamente, è che sarò sicuramente la più giovane della serata. Fortunatamente non mi capita spesso di trovarmi a cene del genere, ma quando è successo, ho capito che sono fondamentali 2 cose: la prima è dare assolutamente del “tu” a tutti gli invitati senza distinzione d’età, la seconda è non parlare assolutamente di lavoro perché è un argomento tabù. Eppure in quel momento mi trovo in mezzo a persone affermate alle quali fino al giorno prima mi sono rivolta con reverenza ed anche soggezione, adesso uno dopo l’altra mi vengono vicino presentandosi per nome (quando io li conosco tutti benissimo). Sfruttando la passione per il Napoli (calcio) intreccio pubbliche relazioni approfittando anche delle spalle scoperte e del vestito attillato. La serata procede tranquilla, effettivamente sono arrivate anche altre donne, ci sono delle coppie ed il cibo è cucinato da un cuoco davvero bravo. Quasi senza volerlo mi ritrovo a chiacchierare con Paolo (non vi dico la sua professione perché qualcuno potrebbe riconoscerlo), sessantenne divorziato molto abbronzato e curato, ci vuole poco a capire che gli piace l’altro sesso in maniera particolare; al di là di qualche saluto di circostanza, prima di quella sera non c’era mai stato nessun contatto, invece a partire da mangiare fino ad arrivare al ballo, mi fa da cavaliere praticamente per tutta la serata. Intanto Adriana si è attaccata alla preda che cercava e non lo ha mollato un attimo tanto che, sul finale mi chiede di trovarmi un passaggio per tornare a casa perché lei avrebbe continuato la serata con il tipo. Senza neanche girarmi intorno, Paolo subito si offre di farmi anche da autista, facendo calare le mie difese e la soggezione che naturalmente avevo nei suoi confronti fino a qualche ora prima. Non sono stupida, neanche nata ieri, capisco benissimo che dietro tutta la sua galanteria (per carità assolutamente spontanea), ci sta il tentativo di rimorchiarmi; la cosa inizialmente mi dà un po’ fastidio perché penso al solito fascino del potere, poi con il passare del tempo comincia ad intrigarmi pensando che alla fine è affascinante e non ha mai messo in mezzo la sua professione. Entrati in macchina, quasi scusandosi, mi ricorda che prima deve passare dal suo studio che non dista tanto da casa mia, io lo tranquillizzo ed intanto, precedentemente, ho tirato su la cerniera della Gonna, di lato, in modo da poter mostrare un po’ di gamba (non tanto perché più su del ginocchio non arriva). Arrivati sotto il suo palazzo, mi dice di aspettare qualche minuto che avrebbe fatto subito, a meno che io non avessi voluto vedere il panorama (l’ennesimo) che era stato oggetto di discussione durante la serata a proposito se fosse più bello quello di Posillipo o di San Martino. Tentenno un attimo poi, complice il solito bicchiere in più di vino, scendo dall’auto e lo seguo; durante i 7 piani dell’ascensore, sento la sua mano indugiare sul mio fianco senza però mai oltrepassare “la linea di confine”, poi entriamo ed è inutile raccontarvi la bellezza del suo studio, perché so che volete sapere altro.… Tira su le persiane con il telecomando poi apre le finestre e un balcone non molto profondo ma piuttosto lungo sembra dominare su tutta Napoli. Mi appoggio alla ringhiera per ammirare le meraviglie della mia città, lui è dietro di me con un braccio sul fianco e l’altro ad indicare i vari posti da vedere; si appoggia delicatamente, io reclino la testa sul suo petto ed in quel momento la sua mano scivola giù sul sedere. Lascio fare anzi mi piego leggermente in avanti per sentire se è eccitato e lo sento strusciarsi lentamente contro la mia gonna. Mentre le mani sul culo sono diventate due, con la mano sinistra tiro la lampo della gonna al massimo poi con il suo aiuto la sollevo fino ai fianchi; allarga l’elastico della mutanda, con le dita entra e mentre palpeggia la chiappa, si apre la cerniera… Finalmente sento la punta del suo membro appoggiarsi al mio didietro, poi scivola sulla mutanda e sento la sua asta salire e scendere giusto in mezzo. Sono eccitata, gli sussurro di scoparmi mentre con le mani abbasso lo slip pronta a prenderlo dentro. Allarga le natiche, lo infila e con mia somma sorpresa mi accorgo che è piuttosto piccolino; spinge dentro con forza, io “gli vado incontro” ansimante, anche se sono abituata ad altre dimensioni; la posizione non è di quelle comode, glielo faccio presente, lui si stacca e mi indica il divano. Mi siedo e aspetto che mi raggiunga camminando come un pinguino; gli guardo l’uccello, effettivamente non è tanto grosso, un po’ intenerita glielo prendo in bocca ed inizio a succhiare, fortunatamente è profumato, ed è facile arrivare in fondo anzi per la prima volta in vita mia riesco a mettere in bocca anche le palle. Questo gesto anticipa il suo orgasmo che assolutamente inaspettato mi riempie la bocca di sperma. Istintivamente sputo fuori tutto mentre sta godendo, ma ancora in preda all’eccitazione, scusandosi, me lo rimette sulle labbra chiedendo di riprendere a succhiare, lo accontento portando a termine il pompino come si deve. Paolo è stremato sul divano con le gambe larghe, io invece sono seduta con la gonna arrotolata, il pullover e la mutanda sulle ginocchia che con le dita gioco con la mia patata bagnata. Non so cosa fare, per fortuna accanto al bracciolo c’é un frigobar dove prendo una coca per sciacquarmi la bocca ancora impastata del suo seme. Paolo capisce il mio disagio, effettivamente vorrei tornare a casa nonostante la voglia di godere è ancora tanta, ma quando mi alzo per tirare su la mutanda, mi blocca il braccio e porta la mano verso l’uccello per farsi masturbare. È notte fonda, sono stanca ed anche un po’ delusa, ma per l’ennesima volta mi lascio trasportare dalla situazione, che ha le sembianze del suo viso solcato dalle rughe e dal sorriso di chi vorrebbe fare qualcosa per me. Lo prendo tra le dita completamente moscio, lo scappello con pazienza più volte fin quando non ricomincia a dare segni di vita, lui torna a sorridere e mentre sto “lavorando” tira fuori un blister con delle inconfondibili pillole blu; senza neanche darmi il tempo di fermarlo, ne butta giù una guardandomi compiaciuto, mentre io faccio appena in tempo a dirgli di no che sono stanca e lascio l’impugnatura arrabbiata. Vuole scoparmi ancora, afferma decisamente, io gli mostro l’orologio che segna le 2 di notte passate, ma mi tira verso se e mi fa mettere a cavalcioni sopra di lui, nuovamente in erezione. Il contatto della sua cappella umida con la mia fica, risveglia d’improvviso la mia eccitazione ed inizio a fare su e giù aiutandomi con una mano a tenerlo dentro. Come fa il detto “chi la dura la vince”, dopo qualche minuto di ininterrotto movimento, finalmente vengo anche io, poi quando sono ancora affannata di piacere, glielo impugno e lo faccio schizzare in mano. Sorridiamo a vicenda come se avessimo portato a termine il compito, mi faccio indicare il bagno e vado a ricompormi. Tornati in macchina ci avviamo verso casa mia che dista non più di 5 minuti, ma arrivati davanti al cancello, al momento dei saluti, mi salta letteralmente addosso baciandomi (cosa che non era successa prima) e confessando che gli è tornato duro. Lo respingo ricordandogli che non sono stata io a dirgli di prendere “la pillola blu”, ma ribatte che abbiamo fatto 30 possiamo fare anche 31, il tutto sorridendo con la sfacciataggine che solo gli uomini sanno avere, senza farsi nessun problema di situazioni o figuracce. Fatto sta che, non so neanche io come e perché, lo faccio venire a casa mia, contento come un bambino. Senza perdere tanto tempo, lo Porto nella mia camera e senza dire una parola mi spoglio rimanendo in reggiseno mutanda ed autoreggenti; non faccio in tempo a girarmi di schiena che mi prende da dietro per i fianchi, mi tira giù lo slip ed inizia a scoparmi a pecora. Il mio culo sbatte contro il suo bacino con forza facendo un rumore notevole, rotto soltanto dalle sue parole che mi invitano a confermargli quanto lo tiene duro. Io confermo e godo, salvo sentirmelo letteralmente Addosso, con le mani aggrappato alle tettone che nel frattempo sono Debordate dal reggiseno, che ripetutamente annuncia il suo orgasmo. Mi viene sulla schiena e quasi contemporaneamente anche io godo; mi spalmo sul materasso mentre conclude il suo piacere dipingendo figure incomprensibili con la sua cappella sul mio culo. Gli porgo un tovagliolino di carta per togliere le tracce del suo passaggio sul mio corpo, poi prima che gli torni duro, lo faccio rivestire e lo accompagno alla porta. Finalmente posso dormire! Il mattino dopo quando controllo il cellulare trovo un suo video (mandatomi nella notte) che mostra mentre si masturba e gode urlando il mio nome. Mentre lo cancello (dopo averlo visto più volte per la verità), mi rendo conto di quanto l’essere maschile sia assolutamente superficiale davanti ad una fica. Visto la posizione che ricopre, se non fossi la brava ragazza che sono, quel video avrebbe potuto rappresentare una sorta di “pensione” anticipata. Ma, lasciamo stare, sono storie che si leggono soltanto su Internet. Intanto i giorni successivi, mi capita di incontrarlo incredibilmente molto spesso e nonostante tutto ciò avvenga in posti “istituzionali”, per me ormai è solo Paolo con il suo uccelletto, che almeno una volta al giorno mi manda un messaggio romantico e certe volte anche qualcuno un po’ più spinto con la speranza di rivederci… Cosa che ad oggi (8 dicembre) non è ancora successa.

Bir yanıt yazın

E-posta adresiniz yayınlanmayacak. Gerekli alanlar * ile işaretlenmişlerdir

izmir escort izmir escort izmir escort çapa escort şişli escort sex hikayeleri kocaeli escort kocaeli escort yenibosna escort taksim escort mecidiyeköy escort şişli escort bakırköy escort görükle escort bayan porno izle görükle escort bayan bursa anal yapan escort bursa escort bursa escort bursa escort bursa escort şişli escort sex izle brazzers rokettube Anadolu Yakası Escort Kartal escort Kurtköy escort Maltepe escort Pendik escort Kartal escort istanbul travesti istanbul travesti istanbul travesti ankara travesti Moda Melanj Casibom porno porno kuşadası escort bayan eryaman escort keçiören escort etimesgut escort beylikdüzü escort escort escort escort travestileri travestileri Escort escort Antalya Escort Alanya Escort Antalya Merkez Escort Antalya Otele Gelen Escort Antalya Rus Escort Belek Escort Fethiye Escort Kemer Escort Kepez Escort Konyaaltı Escort Antalya escort Escort bayan Escort bayan bahisu.com girisbahis.com antalya rus escort etlik escort etimesgut escort Escort ankara Ankara escort bayan Ankara rus escort Eryaman escort bayan Etlik escort bayan Ankara escort bayan Escort sincan Escort çankaya otele gelen escort mecidiyeköy escort bahçeşehir escort hurilerim.com gaziantep escort film izle antep escort mersin escort