L’amante convivente
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Mi chiamo Bob. Di mezza età, sui 50, capelli che cominciano a diradarsi, mi ritrovo anche con una bella pancetta. Lavoro come dirigente in una società di alimenti confezionati, sono proprietario della mia casa e sono felicemente sposato da dieci anni con la mia seconda moglie, Stella. Sono anche un cuckold, e felice di esserlo. Se ci fosse nel dizionario una foto che accompagna quella parola, la mia faccia molto probabilmente sarebbe incastonata lì di fianco. So di non essere l’unico cuckold al mondo, e non sarò neanche l’ultimo, ma quello sono io.
La mia prima moglie, Monica, non era d’accordo con il mio stile di vita, e immagino che questa sia stata una delle ragioni per cui abbiamo divorziato. La mia seconda moglie invece ne è entusiasta e prova grande godimento a umiliarmi di fronte al suo amante.
Tee, l’amico di mia moglie, è un pezzo d’uomo. Ha il fisico di un giocatore di pallacanestro e un cazzo di 25 centimetri, come quello di una stella del porno. Con mia moglie lo abbiamo incontrato per caso su un sito di appuntamenti online un paio di settimane fa. Siamo usciti a cena una sera e ho trovato che era un gentiluomo adeguato. Quella stessa sera, si è fatto mia moglie sul sedile posteriore mentre io sedevo davanti. Anch’io ho emesso un gemito di sorpresa alla vista del suo cazzo — posso solo dirvi che era enorme. Un qualcosa che non avevo mai visto prima, e quella stessa sera in cui venne dentro mia moglie, pensai che non avrebbe mai smesso di venire. Il seme continuava a sgorgare da quel membro come il vino che esce dal collo di una bottiglia di champagne; ho avuto anche la tentazione di prenderglielo in bocca, ma ho dovuto trattenermi. Sono stato comunque all’altezza dei miei doveri di marito leccando via lo sperma dalla figa di mia moglie, e posso assicurarvi che il suo seme sapeva di buono.
Stella non potè fare a meno di rivivere quel momento quando ci ritrovammo a letto. Ogni volta mi avrebbe poi ordinato di leccarle la figa per farla venire, e avrebbe goduto come una pazza lanciandomi oscenità e parolacce.
“Muoviti, lecca quella figa!” e mi spinse la testa fra le gambe. “Ohhh … sìììì, leccala tutta. E’ tutto quello che farai da adesso in avanti. Tu non sei come Tee — non sei abbastanza uomo per scopare la mia figa. Scommetto che se Tee fosse qui, non avrebbe bisogno di leccarmela. No, il suo cazzo enorme basterebbe da solo …”
Mi spinse la testa giù sulla figa e io leccai e ripulii ogni parte del clitoride con la lingua e le labbra fino farlo diventare lucido come il cromo. Alle fine, quando ebbe l’orgasmo, mi disse di restare lì con la faccia incastrata fra le sue gambe fino a quando si addormentò.
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“Di cosa stai parlando, Bob?” mi chiese Tee.
“Ho detto che mi piacerebbe molto se tu potessi trasferirti da noi per un paio di giorni,” gli risposi.
Era l’ora della pausa pranzo, e prima di lasciare l’ufficio, avevo chiamato Tee al telefono e gli avevo chiesto di incontrarmi in un bar non troppo distante dal mio ufficio. Tee lavorava come impiegato in un ufficio legale e visto che quel giorno non aveva molto da fare acconsentì. Stava fumandosi una sigaretta e sorseggiando un gin e tonic quando gli feci la mia proposta. Questo successe una settimana e mezzo dopo quella notte in cui per la prima volta ci stringemmo la mano. Lui e Stella avevano avuto degli incontri occasionali, ma sentivo che era ora di portare la faccenda ad un altro livello. In più, era qualcosa di cui con Stella avevamo già discusso e so che lei era altrettanto ansiosa che arrivasse quel momento quanto lo ero io.
Tee tirò una boccata dalla sigaretta e ci penso su prima di chiedermi. “E la tua dolce metà è d’accordo?”
Feci cenno di sì. “Più che d’accordo. Non te lo avrei proposto se prima non ne avessimo parlato fra di noi.”
Stavo morendo dalla voglia di diventare un cuckold totale — è sempre stato il mio sogno — e non volevo che l’occasione mi passasse vicino. Finalmente, Tee sorrise e suggellammo il patto con una stretta di mano.
E fu così che Tee divenne l’amante convivente di mia moglie. Tee si sistemò nella camera da letto matrimoniale, nel letto che era naturale che condividesse con mia moglie, mentre io mi sistemai in fondo al corridoio nella camera degli ospiti.
Una volta entrai nella camera indossando solo i miei boxer, e trovai Stella, seduta sul bordo del letto con addosso calze di pizzo nero fino alla coscia e tacchi alti che la facevano apparire così sexy, mentre con la bocca piena cercava di inghiottire il cazzo di Tee che stava in piedi davanti a lei, le mani sui fianchi come un vero padrone nero.
“Vai a metterti lì su quella sedia, Bob” mi ordinò, “non voglio che ti perda niente dello spettacolo.”
La sedia che mi indicò si trovava vicina alla porta. Mi ci sedetti sopra, tirai fuori il mio cazzetto e cominciai a menarmelo per dargli un po’ di vita. Stella continuò a succhiarlo, incurante che io fossi lì, anche se ne era conscia. Le piaceva avermi intorno per guardarli. Tee le diede uno sguardo, accarezzandole i capelli con amore mentre lei cercava di infilarsi in bocca quanto più poteva della sua grossa verga.
“Sììììì,” Tee mormorò. “Continua a succhiare quel cazzo, troia di una bianca. Succhialo per bene e con forza. Oh sìììììì… dimmi quanto ti piace il mio cazzo.”
Lei tirò fuori la verga dalla sua bocca e mormorò, “Adoro il tuo grosso cazzo nero. Mi piace da morire.”
“Meglio di quello che ti può dare quello sfigato di marito?”
“Hmmm…” mugugnò facendo le fusa con la gola. “Molto, ma molto meglio.”
Accarezzò il suo cazzone umido. “Con me non riesce più a farselo venire duro.” E poi ricominciò a succhiare.
“Vuoi che scopi la tua figona tutto il giorno, non è vero? Vuoi che spari tutto il mio seme in fondo a quel buco che è la tua vagina?”
“Ahh… siii, voglio che tu lo faccia,” rispose mia moglie con uno sguardo di desiderio negli occhi.
“Scommetto anche che tuo marito si godrà lo spettacolo. Gli piacerà ripulirti dopo che avrò finito con te.”
Pareva che le sue parole stimolassero l’eccitazione di lei. Lo so perché eccitavano anche me.
Vidi Stella che avvolgeva le sue grosse tette attorno al cazzo e cominciava a strofinarle su e giù prima di riprenderselo in bocca. Quanto Tee sentì che non ne poteva più, la fece stendere di schiena sul letto e usò il cazzo per schiaffeggiarla sulla vagina aperta facendola ridacchiare per l’eccitazione.
“Oh Tee… per favore, piantala di giocare — adesso scopami!”
Si allungò per prendergli il cazzo in mano e se lo infilò senza esitare nella figa bagnata. Il suo corpo si tese nel momento in cui il cazzo cominciò a penetrarla e mosse il culo verso l’alto per prenderne di più. Non ce n’era bisogno perché Tee le venne incontro, spingendo il membro gigantesco dentro di lei. Lui la allacciò con le mani dietro la schiena e nei due minuti seguenti si mise a dare a moglie una scopata così completa quale non avrebbe mai ricevuto da me. Nel mezzo dell’accoppiamento, mia moglie cominciò a gridare, allacciò le gambe strettamente attorno ai suoi fianchi mentre gli schiaffeggiava le natiche con le mani.
“Ohhh …. sì, chiavami! Dai, Tee, scopami tutta!…. Oh, Signore, ti amo … ti amo così….
UHHHHHGGGGGGHHHHH!!!”
Le sue ultime parole furono gridate in un crescendo acuto mentre Tee sbatteva il cazzo con sempre più violenza dentro di lei. Stella chiuse gli occhi e gridò così forte che penso anche i vicini l’abbiano sentita. Tee non le diede tregua, dal modo in cui la scopava sembrava una macchina che non sapeva più quando fermarsi. Stella pareva aggrapparsi a lui come una disperata, ansimando e gemendo come cagna in calore.
Anche quando Tee la girò sottosopra in modo da mettersi con lui sotto, di schiena, le sue cosce sbatterono contro il culo di lei con la brutalità del tuono, portandola ad un orgasmo repentino. Mi piegai in avanti per osservare meglio lo spettacolo del suo cazzo nero che entrava e usciva dentro e fuori la figa di mia moglie — è una cosa che non smette mai di eccitarmi – e proprio in quel momento anch’io venni nella mia mano.
Tee spinse mia moglie da parte come se fosse niente di più che una bambola, la girò mettendola a quattro zampe e affondò di nuovo il cazzone dentro di lei da dietro.
Mia moglie urlava e urlava e urlava ancora tutte le volte che Tee le infilava quella sua verga nera nella figa. Gridò a Tee di scoparla più forte, e questo è esattamente quello che fece…. fino a che finalmente le scaricò la sua sborra dentro la figa, e allora Stella collassò sul letto.
Aspettai che Tee mi desse il via libera prima di avvicinarmi, gattonando a quattro zampe, per piantare le mie labbra sulla figa di mia moglie. Stella allargò le gambe per darmi più spazio; stava ancora boccheggiando, cercando di respirare, mentre io ero disteso lì a succhiare la sua figa palpitante. Con la mano mi accarezzò la testa mentre mi sussurrò: “Ohhh… sì, nessuno lecca la figa meglio di te, amore.”
Non avrei mai potuto essere più felice.