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….di allarmarsi si potrebbe immettere del liquido

….di allarmarsi si potrebbe immettere del liquido
Pomeriggio seguente finito in ambulatorio ad ascoltare, eseguire dei pap-test come ormai da diciassette giorni ormai siamo quasi alla fine con il mal di schiena Alina, mi precipito da Lei, questo pomeriggio al contrario di tutti gli altri giorni la trova da sola. Alina era stanca di essere bucata mi confessa che vorrebbe tenere le ultime quattro fiale di scorta per una eventuale ricaduta io – in tutta sincerità confermo che non sarebbe una brutta idea. Ci rechiamo nella sua stanza come sempre sul tavolo/scrivania il materiale era pronto, stavo preparando quando mi confessa che, visto che sono due o forse anche tre anni che non faceva esami avrebbe voluto farli però…. è arrivato LUI e doveva rimandare. Con dischetto di cotone e siringa pronta si abbassa pantaloncini e mutandine e si appoggia alla scrivania, un leggero massaggio un pizzicotto un colpetto secco e l’ago entra, mentre inietto l’assorbente fa capolino tolgo il tutto massaggio, ed anche questa avventura è finita. A mio parere Alina nei miei confronti stava cercando di attaccare bottone, è stata fermata prima da Viki e poi da Stefania che gli hanno rotto le uova nel paniere, a complicare le cose ed a buttare la spugna il ciclo. Poteva essere una valvola di sfogo, peccato. Se di parola avrò modo di vederla prossimamente.
Rientro a casa, mamma con Nicolò che giocavano nella mia stanzetta per me era una abitudine vederli giocare, la settimana ha sette giorni, il piccolo dell’Enrica quattro pomeriggi è da noi, e qualche volta alla sera cena. Mi fermo a giocare anche io, non ho fretta per andare da Simona devo aspettare che mi dica qualcosa, perché non era ancora rientrata a casa il messaggio non tarda ad arrivare, erano già le 19,45 il cellulare vibra, il messaggio atteso “sto rientrando ora, ci vediamo verso le ventuno” rispondo “Ok”. Tempo di farmi una doccia, il tavolo era pronto. Con mamma e Nicolò ceniamo, per arrivare da Simona ci vuole un quarto d’ora abbondante, mi preparo l’occorrente e mi avvio, nelle vicinanze del civico faccio uno squillo viene in giardino e mi apre il cancello, con un pigiama rosa pantaloncini corti, maglietta semitrasparente certamente l’avevo già vista natur la mattina prima, mi fa accomodare in salotto parliamo una decina di minuti per metterla a suo agio anche se non c’era bisogno. Chiedo dei figli, mi risponde che il maschio Mattia è con suo papà che guarda la tivù, la piccola Viola è nella sua cameretta che gioca con le bambole. Mi chiede se voglio un caffè: acconsento, dalla borsa prendo il necessario mi preparo, scarto la siringa da 50 ml, il sondino da 7 cm, carico la siringa con 30 ml di Aloe, ci sorseggiamo il caffè, e poi si parte, tubetto della vaselina, ed un dischetto di cotone. Vedendomi con la siringa è venuta bianca: dalla sua bocca “Non pensavo fosse una iniezione”, io “stai tranquilla non è una puntura” un sospiro di sollievo. Chiedo dove preferisce farlo, in camera da letto prende un asciugamano da mettere sopra il cuscino per evitare goccie, il corpo aveva un profumo che sapeva di pulito di crema ed evitare gocce si abbassa il pigiama e si mette con il sedere ben in vista, svito il tappo della vaselina ne metto sull’indice ne spalmo sul sondino, con la sinistra allargo le culatte bianco latte ne metto un po’ sulla rosellina, massaggio leggermente togliendolo inserisco il sondino ed inietto il liquido, estraggo ed infilo il dischetto arrotolato per evitare perdite. Aspetto qualche minuto e faccio la faccio alzare. Pulisco la siringa e la sonda, il resto dell’occorrente metto tutto dentro una borsetta che le lascio da mettere via per la sera dopo. Continuando Con Simona la seconda sera, suono per farmi aprire, dall’interno un bimbo Mattia mi chiede chi sono la mamma dal bagno gli grida: “se ti dice che è Piero Apri pure” con una vocina” chi sei ? se non sei Piero non posso aprirti” beata innocenza dico io, si sono Piero. Mi apre la porta, dalla sua cameretta spunta il visino Viola, che vistomi si nasconde in camera. Lei Simona è appena rientrata dal lavoro ed è sotto la doccia mi avvicino alla porta e chiedo se posso preparare il tutto, mi dice di si assistito da Mattia che fa mille domande finisco la preparazione, mi avvio in bagno lei in accappatoio si asciuga. Chiedo quando è andata di corpo se è riuscita a resistere, mi dice che si è liberata nell’ora di pranzo, tiro un sospiro di sollievo da come era messa la sera pensavo non riuscisse neanche a tenerlo un’ora. Mi complimento, socchiudo la porta, si appoggia alla lavatrice alzo l’accappatoio e procedo con il secondo, che in un minuto è tutto finito. Continua ad asciugarsi esco e vado in cucina a pulire e riporre gli attrezzi. Arriva e mi dice che quando esco da casa sua una vicina, parlando in mattinata le ha chiesto un consiglio, per la preparazione ad un esame che dovrebbe fare la settimana prossima e non sapeva a chi rivolgersi. La saluto perché deve ancora cenare, ricordandole cosa dovremmo fare domani sera, candidamente mi risponde i bambini sono da mia sorella perché mia nipote festeggia il compleanno ed è libera. Mentre Simona mi stava salutando sulla porta, vediamo venir verso l’amica in camicia da notte lunga che copriva abbondantemente le ginocchia. Simona ci lascia, Lei “Elena, mi dice: ho chiamato l’infermiere dei genitori non ne vuol sapere oramai ha passato i settant’anni, dall’amico di mio marito non voglio andare e non so come posso fare. Mi spiega imbarazzata che il medico ha prescritto diversi esami tra cui una colon, ho già l’appuntamento (avuto per via di conoscenze) il martedì mattina alle nove in ospedale”. Ci accordiamo: “devo fare due iniezioni di Plasil una al lunedì mattina per poi bere il lassativo ed una il mattino seguente alle sette, e fare un enteroclisma e un secondo se necessita”. Lascio il mio numero di cellulare e mi congedo.
Mentre ritornavo a casa, tra me e me pensavo tra tutte le Signore a me vicine, dalla mamma alla zia, alla mamma di Anna, alla Francesca (mamma di Giulio), alla Giò, non ho mai avuto l’onore di veder uno speculum nel canale benche abbia fatto un buon numero di prelievi. Facendo un sondaggio, posso dire che su una percentuale di 100 il buon 65% sono tra i 53/4 ed i 65 anni, il 25% tra i 38/9 ed i 52 anni, il 10% tra i 24/5 ed i 37 anni. Rientrando in casa Simona mi telefona per sapere di cosa aveva bisogno la vicina. Che Simona avesse un qualcosa verso di me lo avevo intuito, quella di sapere della vicina era solo una scusa, lei aveva bisogno di carne.

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